“Refusi… un po’ meno tra i fogli, un po’ più dentro di me.”
Così potrebbe aprirsi questa raccolta di racconti
“Refusi… un po’ meno tra i fogli, un po’ più dentro di me.”
Così potrebbe aprirsi questa raccolta di racconti
… a voce, della presunzione di un attimo che sbandierava, all’essere tutto, il tonfo del cuore imploso, qualche pensiero disobbediente da rieducare, lo scricchiolio del passato tornato a ripassare il presente, tu mi crederesti?
Lo inchiodo alla carta… Una folata di vento mi risponde arrotolandosi su un ramo d’oleandro. Un’aspettativa indietreggia, velocemente, dal futuro e come dardo si conficca scalfendo la corteccia, giovane di anni.
Se solo ti raccontassi… tu mi crederesti?
(stereofonia di un monologo)
Paola Tinchitella © tutti i diritti riservati
“Caro amore (ancora non) mio,
tu che ancora non hai trovato la porta del mio cuore o tu che già hai bussato, restando inascoltato palpitare perso nel frastuono che riempiva le mie stanze di ricordi
è a te, proprio a te che scrivo questa mia
in anticipo, rispetto all’accadimento, perché non credo al senso delle cose e adoro sovvertirlo. Diffido delle comuni regole di associazioni convenzionali di lingua parlata e scritta e opponendomi a chi sa scrivere solo lettere d’addio, cesello questo prologo, anticipando un amore ancora da venire, ancora mai nato.
Sarà traccia incisa nel supporto del mio cuore, con l’energia magnetica di una futura collisione di due metà vaganti, senza meta programmata, nell’infinito spazio sospinte da incomprensibile capacità di comprensione, spazio finito riservato a pochi… perché il destino è ancora tutto da Dire, Fare, Baciare…
E questo rosario di riflessioni da snocciolare ti arriverà come una Lettera e paradossalmente in essa ricaverai il valore occulto di un Testamento. E’ il mio cuore che sta dettando speranze compresse in simboliche parole; la loro sequenza musicale, le loro elisioni, il loro saltellare su retoriche inflessioni non son altro che onomatopea del dictat olografo di un’anima che si fa dono e lascito.
Ti parlerò d’infinito, apparentemente svincolato dal mondo vissuto e alle sue logiche di conti e di ritorni a capo, eppure così incredibilmente poggiato sulla logica dei numeri, violentato dalla matematica da sembrare tangibile e perseguibile…
E mentre continuo a suggerirmi che “la matematica non è un’opinione” , tento di far pareggiare i conti del mio bilancio personale che non quadrano mai. Fin qui mi resta il beneficio del dubbio di quanto a poco serva analizzare le entrate e le uscite (dal mio cuore), di come sia inutile cercare di comprendere la differenza tra attivo e passivo nell’amore (dato e ricevuto) perché troppo spesso alla voce Dare non corrisponde un Avere e sfuggono, a precisione ed esattezza, le relazioni umane.
Se tu, proprio tu… ora, ti trovassi a pagare i debiti al mio posto, avresti solo qualche piccolo pendente da risolvere: spiccioli errori di valutazione… il resto di un mutuo già estinto nel mio passato, giunto a questo punto dove il presente invoca il “punto e a capo”.
Se tu, proprio tu… ora, ti trovassi a riscuotere i crediti al mio posto, troveresti preziose promesse in diademi di gioia salvati, dalla vita ancora da vivere, in cassette di sicurezza.
A te lascio tutti i sospiri sconosciuti a polmoni e a diaframma, quelli che ancora non hanno mai riposato su alvei di alveoli e ancora mai attraversato tremanti fauci.
A te cedo tutti i sorrisi forestieri di labbra e denti, quelli che riposano sul fondo di una gioia ancora da plasmare e non ancora dipinti dallo smalto del sole, quelli sfuggiti all’incuria di malati amori, cariati ed incurabili.
A te lascio tutti gli sguardi sconosciuti a pupille e iridi, quelli che spuntano dall’oltre e lo attraversano per sciogliere i dubbi sull’amare… amato mio.
A te cedo tutti i pensieri sconosciuti ai riflessi della mente, quelli che dormono fuori casa perché non conoscono dimora nei ragionamenti assennati e pasteggiano con la fantasia e l’armonia di un cielo imbrattato di stelle.
A te lascio tutti i ricordi sconosciuti alla memoria e a cataloghi di reminescenze mentali, quelli più smemorati di passato e rinnovabili di futuro, quelli intramontabili da incidere in memoria di un presente presunto ancora tutto da memorizzare.
A te cedo tutto il mio cuore, forse un po’ scucito e sdrucito… ma rovesciandolo troverai il suo interno come nuovo, basterà sostituir la fodera consumata dall’usura di amori devastati e devastanti e, la notte stessa, potrai indossarlo.
A te cedo il mio corpo, tutti i brividi sulla buccia del mio amare, tutti i gemiti ancora da far guizzare, tutti i palpiti a chilometri zero, nascosti dalla “concessionaria”, che rifugge le occasioni da commercializzare su vasta scala e vende cara la sua pelle.
A te lascio tutto questo amore ancora da venire…
Ti aspetto… qui
Arianna
Arianna firmò, ripiegò la lettera e con la mano tremante la inserì in un’anonima busta bianca senza destinatario, né mittente sul retro. Scese in strada e alla prima folata di vento forte di un inverno incaponito davanti alle titubanze della primavera, lasciò la presa… e le sue speranze si alzarono in volo. Chiuse gli occhi un istante e dirottò i pensieri sulle risorse ancora immacolate e adolescenti di quel suo cuore canuto.
“Dire, fare, baciare, lettera e… testamento” pronunciò a bassa voce facendo un giro su se stessa per prendersi gioco del destino.
Arianna è lì ora, se alzi lo sguardo la potrai scorgere dietro le finestre della sua casa… aspetta… aspetta ancora.
fuori raccolta ispirato alla raccolta DIRE FARE BACIARE LETTERA TESTAMENTO
Briciole cadute dalle tasche del mio daìmon questi racconti, briciole sulla via della conoscenza… molliche del quotidiano scoprire e scoprirsi, tracciano il percorso circolare del nostro esistere nel bene e nel male. L’assurdo al centro, l’impossibile a scavare il nucleo… di possibile resta solo l’errore, quello compiuto distrattamente da un personaggio, quello tracciato volutamente dalla penna, quello preesistente nella natura umana, quello ricorrente di una logica distruttiva. Scavalcarlo è il fine… occultato nel livido della parola FINE.
Paola Tinchitella su DIRE FARE BACIARE LETTERA TESTAMENTO
Quando prosa e poesia
copulavano
io ero lì
osservatrice silenziosa
voyeur affamato
di visioni.
Su grondaie di parole trascritte
cecchini mercenari di punteggiatura
sparavano inchiostro ovunque
sterminio di periodi innocenti
genocidio senza movente
di passato, presente e futuro.
Pensieri furono trafugati
stanati tra la pelle e il cuore
ci rifugiavamo tra parentesi
invisibili.
Trincee d’irripetibile
opposizione al già detto
al già scritto dal vomito di altri.
Quando poesia e prosa
si amano
io son sempre lì
tra loro
offesa e difesa
di guerre intestine.
Paola Tinchitella – tutti i diritti riservati
Vite di costruzioni
montare e smontare i pezzi
alter-native soluzioni
e poi…
come tra i Lego
quel solito elemento
difettoso
che non si incastra mai
La scelta…
gettarlo via
oppure…
poggiarlo in cima
al risultato
… portale di speranza
sanguinante miscellanee
ferite dei tramonti l’alme
in catene di fittizie albe.
La porta che si chiude
credi davvero nasconda
nella toppa serrata
un portone spalancato?
Paola Tinchitella©tutti i diritti riservati
testi su déjà vu di Francesca Fratangeli (Gamineimpertinente)
Aedificare te scribis (Plinio il Giovane)
Potessi improvvisarmi
orologiaio
capace
di aggiustare
questo fuggevole tempo,
ritoccherei gli ingranaggi
di una storia
inter-rotta.
Potessi improvvisarmi
meccanico
capace
di riparare
questo motore di memorie,
lo metterei a punto
eliminando il tintinnio
che batte in testa.
Potessi improvvisarmi
arrotino
capace
di rendere tagliente
ogni sospiro,
affilerei un pensiero
perché tagliando l’aria
si infilzi dentro te.
Potessi improvvisarmi
fabbro
capace
di forgiare
momenti nuovi,
blinderei ogni abbraccio
perché diventi rifugio sicuro…
per me…
e per te.
Potessi improvvisarmi
astronomo
capace
di scrutare
la volta celeste,
spiegherei
l’andirivieni ostinato
di quella cometa che
nella sua coda di luce
trascina istanti di te.
Potessi improvvisarmi
matematico
capace
di applicare
impossibili teoremi,
troverei la formula
per ridurre le distanze
che mi separano da te.
Potessi improvvisarmi
archeologo
capace
di vagliare
le fonti ed i reperti,
scaverei a fondo nel mio cuore
per svelare il mistero
di preistoriche emozioni
che non diventano mai
fossili.
Ma non son capace
di aggiustare il tempo,
né un rombo di memorie;
non son capace
di molare pensieri,
né ferree decisioni;
non son capace
di leggere il cielo,
né le formule algebriche
e tantomeno…
leggere i fossili.
Non so far altro che
disseminare versi
in chilometri di fogli,
unica strada
per arrivare… a te.
da INTERMEZZO CRIPTATO (decodificando il femminile in versi) di Paola Tinchitella – Ed. Albatros
“dedicato al silenzio fratturato dal solo scalpiccìo della penna sul foglio… l’orma dei passi dell’inchiostro che scorre dentro”
Indosso un pensiero. E se fosse esatto il suo opposto?
Se niente è reale, il pensiero ha una duplice facciata o prismatica veste. Double o dpm face .
E ancora… ciò che riteniamo reale o concreto potrebbe essere astratto. Ciò che è astrazione potrebbe, altrimenti, essere realtà.
Nulla è oggettivo. Tutto è subdolamente filtrato dallo sguardo individuale, dall’interiore soggettivo… non si produrrebbe dubbio se così non fosse.
Ogni concetto è completo solo nella sua stereofonia – con i suoi alti, i suoi bassi, acuti e gravi. Paradossalmente i suoi accenti non sono suoi… ma sono espressione della nostra percezione, quel che riusciamo a cogliere e conseguentemente attribuiamo ognuno per le sue tendenziali possibilità.
Lo spazio sonoro che accoglie lo scontro di pensieri generati dalla stessa contingenza, eppur lontani e contrari l’uno dall’altro… vibra di sgradevoli rumori in successioni disarmoniche.
Il dubbio nasce e muore lì, espressione schizofrenica di uno stesso pensiero guida.
Paola Tinchitella © tutti i diritti riservati
Scritto da Elisa Montagno
Venerdì 04 Febbraio 2011 07:34
Liliana Russo, Paola Tinchitella e Nadia D’Amato Insignite della “Medaglia D’argento” della Provincia Regionale di Ragusa. L’impegno, la solidarietà a sostegno della tutela e la valorizzazione dei beni pubblici, artistici, culturali e della comunicazione rappresentano la forza di un territorio. Liliana Russo (italo- venezuelana), cittadina vittoriese, artista eclettica laureata in decorazione, curatore di eventi culturali; la scrittrice romana Paola Tinchitella, e Nadia D’Amato, giornalista professionista vittoriese, sono state insignite della “Medaglia d’Argento” della Provincia Regionale di Ragusa per l’impegno a favore del sostegno della comunicazione e la tutela e valorizzazione dei beni pubblici nonché del patrimonio artistico -culturale. La Provincia e in particolare il Consigliere Salvatore Mandarà, presidente della 5° commissione allo sviluppo economico e Fare Ambiente, hanno riconosciuto il loro impegno nel progettare strumenti di comunicazione per la promozione e la fruizione del patrimonio artistico e culturale nel territorio locale ed internazionale offrendo i necessari supporti, come il rilievo grafico e fotografico, sia alla documentazione finalizzata alla ricerca sia a quella destinata alla valorizzazione. Gli scambi culturali sono quindi diventati un modo per valorizzare la nostra terra. Come nel caso delle tappe ragusane della scrittrice Paola Tinchitella, presente nel più volte nel territorio ibleo per la presentazione del suo libro “Apnea”. L’opera, un “romanzo-non romanzo”, come lo ha definito la stessa autrice, è stato presentato a Vittoria nei locali del Teatro Comunale, alla sala conferenze “San Giuseppe artigiano” di Ragusa e alle detenute del carcere di Ragusa. Per la scrittrice romana è il secondo evento di questo genere. Poco prima, infatti, aveva incontrato anche le lettrici della Casa Circondariale di Rebibbia. Gli eventi, dal titolo “Un viaggio nell’anima” ed “Il silenzio spezzato”, sono stati organizzati da Liliana Russo in collaborazione con il gruppo “Albatros”. In provincia i dialoghi fra la scrittrice e Liliana Russo e fra la scrittrice ed i partecipanti sono stati condotti e moderati da Nadia D’Amato. Durante tutte le tappe la scrittrice ha quindi conosciuto il nostro territorio, traendo ispirazione per nuove opere. Ogni viaggio, infatti, è fonte di ispirazioni ed idee per gli scrittori. E chissà che il prossimo romanzo della Tinchitella non possa essere ambientato nella nostra provincia, invece che in Spagna.
Elisa Montagno
Notizie sulla scrittrice romana Paola Tinchitella
“Il suo primo romanzo scritto con anima, cuore testa e quell’immancabile energia avvolta di flussi di emozioni che provengono dalla pancia, narrazione di parole ed immagini, poesia in prosa, che immergono in un mare di emozioni”. Queste sono le parole di Liliana Russo che ha presentato il libro dell’autrice romana nel suo itinerario ragusano. «Apnea», romanzo-non romanzo è ambientato in Spagna, raccontato dall’io di Isabel, la sua protagonista, ha riscosso un discreto successo alle presentazioni presso Rinascita, Caffè Letterario, Libreria Liberamente a Roma e al Castello Caldoresco a Vasto nella straordinaria cornice di Punta Penna. Infine giunge nel teatro Vittoria Colonna in provincia di Ragusa e la Sala Conferenze “San Giuseppe Artigiano” di Ragusa dove “Apnea” diventa protagonista di due eventi “Un Viaggio nell’Anima” ed ”Il Silenzio Spezzato” realizzati con la collaborazione del gruppo ”ALBATROS” e organizzati da Liliana Russo, che ha curato anche i dialoghi con la scrittrice. In questa sede, Paola Tinchitella partecipa anche al convegno intitolato “L’ambizione del Burattino”, dal racconto omonimo dell’autrice, che prende spunto dallo studio svolto su “Il social network rischi e vantaggi”, al fianco della D.ssa Liliana Russo. Per l’impegno a favore e sostegno della Comunicazione, della Cultura e dell’ Arte viene insignita della medaglia d’argento dalla Provincia Regionale di Ragusa. Incontra le lettrici della Casa Circondariale di Rebibbia e del carcere di Ragusa. Con Apnea si classifica al quinto posto Premio Internazionale di Libri «Il Saggio» e riceve una menzione nell’ambito del Premio AlberoAndronico. E’ stata inserita nell’Antologia del premio e nella blasonata Enciclopedia degli Autori Italiani. Approda in Mexico alla fiera internazionale del libro di Guadalajara (28 novembre al 6 dicembre 2009) e alla fiera di Torino assieme ad Intermezzo Criptato (decodificando il femminile in versi) una silloge che raccoglie sessantanove brani di poesia pubblicato a Maggio del 2010.
La recensione di Liliana Russo ad “Apnea”, l’opera prima dell’autrice presentata nella provincia di Ragusa durante gli eventi un “Viaggio nell’anima”e il “Silenzio spezzato”.
“LUCE DELLA RIBALTA”
NEI MEANDRI DELL’INCONSCIO di “ISABEL”
Apnea, romanzo-non-romanzo, si rivela il grande dono che l’autrice, attraverso la magia della sua scrittura , mette a disposizione dei lettori utilizzando la comunicazione con uno stile che scopre la sua combinazione nel coraggio di varcare la soglia per ricercare naturali corrispondenze. L’autrice, facendoci incontrare i pensieri disordinati e disorientati di Isabel, la protagonista, attraverso le immersioni frequenti nelle profondità della sua anima, traccia sulle pagine bianche, una ricchezza di linguaggi , espressione delle sue emozioni, attraverso cui trasmette i diversi modi del proprio sentire. Si tratta di percezioni arricchite dei contenuti di quanto, dall’esterno e dall’interno, dalla diversità e dalla similitudine, dall’uno e dal molteplice, la scrittrice ha colto, segnando un attimo presente, diventato appena passato, ma con future proiezioni che portano con sé i mutamenti e le mutazioni. Il contenuto letterario dei percorsi della vita, nelle pagine di “Apnea”, possiede l’intraprendenza di sfidare il lettore a compiere un’immersione nella profondità dell’io, per entrare in simbiosi con la protagonista e con grande stupore ci si ritrova catapultati nel ruolo di personaggio in un palcoscenico teatrale che apre il sipario su rappresentazioni proprie della nostra anima. Così ciascun lettore può compiere un viaggio nel proprio passato vissuto attraverso cui scoprire la possibilità di mettere a confronto, nel presente, gli eterni dualismi di cui la vita è caratterizzata. Il lettore, entrando in simbiosi con il personaggio- protagonista viene indotto a soffermarsi su alcune riflessioni che lo portano ad interrogarsi sul suo voler “essere” e sul suo voler “ avere”, sottolineando il ciò che si “è” ed il ciò che si “ha”. E, dopo un’attenta e profonda analisi, egli raccoglie forze e coraggio per tentare la risalita della propria esistenza, iniziando ad affrontare quel mondo perbenistico al quale, egli stesso, ha permesso di confezionare regole e convinzioni per convivenze in “gabbie invisibili” in conflitto con l’idea di libertà dello spirito, in senso lato.Viaggiando insieme ad Isabel, tu, lettore, trascinato nell’immersione dell’anima, scopri che è avvenuto un colpo di scena inaspettato: la tua vita si impadronirà di un tempo scandito non più da lancette spinte da un battito meccanico, ma dal ritmo dei battiti di un cuore in grado di ricondurre la ragione sui sentieri del proprio istinto. Un “istinto” nel suo divenire, quindi ormai consapevole di essere divenuto liberatore e conquistatore dei propri sensi, che sono la caratteristica dell’essenza dell’essere e scontrandosi con quella “condanna vestita di dono”, denominata libero arbitrio, potrai scoprire la successiva ed ultima essenza: lo spirito, origine della nostra vita e sigillo dei misteri che conducono l’anima, ormai cosciente dell’oltre, verso l’oltretutto. Il linguaggio, se pur contemporaneo, compie un eccezionale superamento del suo limite linguistico, adattandosi a sfumature libere da regole convenzionali, per essere immerso in un panorama “universale” finalizzato alla lettura della creatività emozionale. Questa caratteristica espressiva dell’autrice sembrerebbe una sperimentazione, ma in realtà è una naturale capacità , che evidenzia la sua intelligenza emotiva e rende, nella sua unicità, riconoscibile le sue opere fissando un timbro di appartenenza.
Liliana Russo