DIRE, FARE, BACIARE, LETTERA (ad un amore mai nato) TESTAMENTO…


 

 

“Caro amore (ancora non) mio,

tu che ancora non hai trovato la porta del mio cuore o tu che già hai bussato, restando inascoltato palpitare perso nel frastuono che riempiva le mie stanze di ricordi

è a te, proprio a te che scrivo questa mia

in anticipo, rispetto all’accadimento, perché non credo al senso delle cose e adoro sovvertirlo. Diffido delle comuni regole di associazioni convenzionali di lingua parlata e scritta e opponendomi a chi sa scrivere solo lettere d’addio, cesello questo prologo, anticipando un amore ancora da venire, ancora mai nato.

Sarà traccia incisa nel supporto del mio cuore, con l’energia magnetica di una futura collisione di due metà vaganti, senza meta programmata, nell’infinito spazio sospinte da incomprensibile capacità di comprensione, spazio finito riservato a pochi… perché il destino è ancora tutto da Dire, Fare, Baciare…

E questo rosario di riflessioni da snocciolare ti arriverà come una Lettera e paradossalmente in essa ricaverai il valore occulto di un Testamento. E’ il mio cuore che sta dettando speranze compresse in simboliche parole; la loro sequenza musicale, le loro elisioni, il loro saltellare su  retoriche inflessioni non son altro che onomatopea del dictat olografo di un’anima che si fa dono e lascito.

Ti parlerò d’infinito, apparentemente svincolato dal mondo vissuto e alle sue logiche di conti e di ritorni a capo, eppure così incredibilmente poggiato sulla logica dei numeri, violentato dalla matematica da sembrare tangibile e perseguibile…

E mentre continuo a suggerirmi che “la matematica non è un’opinione” , tento di far pareggiare i conti del mio bilancio personale che non quadrano mai. Fin qui mi resta il beneficio del dubbio di quanto a poco serva analizzare le entrate e le uscite (dal mio cuore), di come sia inutile cercare di comprendere la differenza tra attivo e passivo nell’amore (dato e ricevuto) perché troppo spesso alla voce Dare non corrisponde un Avere e sfuggono, a precisione ed esattezza, le relazioni umane.

Se tu, proprio tu… ora, ti trovassi a pagare i debiti al mio posto, avresti solo qualche piccolo pendente da risolvere: spiccioli errori di valutazione… il resto di un mutuo già estinto nel mio passato, giunto a questo punto dove il presente invoca il “punto e a capo”.

Se tu, proprio tu… ora, ti trovassi a riscuotere i crediti al mio posto, troveresti preziose promesse in diademi di gioia salvati, dalla vita ancora da vivere, in cassette di sicurezza.

A te lascio tutti i sospiri sconosciuti a polmoni e a diaframma, quelli che ancora non hanno mai riposato su alvei di alveoli e ancora mai attraversato tremanti fauci.

A te cedo tutti i sorrisi forestieri di labbra e denti, quelli che riposano sul fondo di una gioia ancora da plasmare e non ancora dipinti dallo smalto del sole, quelli sfuggiti all’incuria di malati amori, cariati ed incurabili.

A te lascio tutti gli sguardi  sconosciuti a pupille e iridi, quelli che spuntano dall’oltre e lo attraversano per sciogliere i dubbi sull’amare… amato mio.

A te cedo tutti i pensieri sconosciuti ai riflessi della mente, quelli che dormono fuori casa perché non conoscono dimora nei ragionamenti assennati e pasteggiano con la fantasia e l’armonia di un cielo imbrattato di stelle.

A te lascio tutti i ricordi sconosciuti alla memoria e a cataloghi di reminescenze mentali, quelli più smemorati di passato e rinnovabili di futuro, quelli intramontabili da incidere in memoria di un presente presunto ancora tutto da memorizzare.

A te cedo tutto il mio cuore, forse un po’ scucito e sdrucito… ma rovesciandolo troverai il suo interno come nuovo, basterà sostituir la fodera consumata dall’usura di amori devastati e devastanti e, la notte stessa, potrai indossarlo.

A te cedo il mio corpo, tutti i brividi sulla buccia del mio amare, tutti i gemiti ancora da far guizzare, tutti i palpiti a chilometri zero, nascosti dalla “concessionaria”, che rifugge le occasioni da commercializzare su vasta scala e vende cara la sua pelle.

A te lascio tutto questo amore ancora da venire…

Ti aspetto… qui

Arianna
Arianna firmò, ripiegò la lettera e con la mano tremante la inserì in un’anonima busta bianca senza destinatario, né mittente sul retro. Scese in strada e alla prima folata di vento forte di un inverno incaponito davanti alle titubanze della primavera, lasciò la presa… e le sue speranze si alzarono in volo. Chiuse gli occhi un istante e dirottò i pensieri sulle risorse ancora immacolate e adolescenti di quel suo cuore canuto.

“Dire, fare, baciare, lettera e… testamento” pronunciò a bassa voce facendo un giro su se stessa per prendersi gioco del destino.

Arianna è lì ora, se alzi lo sguardo la potrai scorgere dietro le finestre della sua casa… aspetta… aspetta ancora.

 

fuori raccolta ispirato alla raccolta DIRE FARE BACIARE LETTERA TESTAMENTO

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