ϰαϰοφονία – cachofonia


ϰαϰοφονία - Cachofonia by Paola Tinchitella

Indosso un pensiero. E se fosse esatto il suo opposto?

Se niente è reale, il pensiero ha una duplice facciata o prismatica veste. Double o dpm face .

E ancora… ciò che riteniamo reale o concreto potrebbe essere astratto. Ciò che è astrazione potrebbe, altrimenti, essere realtà.

Nulla è oggettivo. Tutto è subdolamente filtrato dallo sguardo individuale, dall’interiore soggettivo… non si produrrebbe dubbio se così non fosse.

Ogni concetto è completo solo nella sua stereofonia – con i suoi alti, i suoi bassi, acuti e gravi.  Paradossalmente i suoi accenti non sono suoi… ma sono espressione della nostra percezione, quel che riusciamo a cogliere e conseguentemente attribuiamo ognuno per le sue tendenziali possibilità.

Lo spazio sonoro che accoglie lo scontro di pensieri  generati dalla stessa contingenza, eppur lontani e contrari l’uno dall’altro… vibra di sgradevoli rumori in successioni disarmoniche.

Il dubbio nasce e muore lì, espressione schizofrenica di uno stesso pensiero guida.

Paola Tinchitella © tutti i diritti riservati

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2 responses to “ϰαϰοφονία – cachofonia

  • liliana russo

    La diffusione della percezione sonora del pensiero nella precisa posizione spaziale del concreto e dell’astratto , riprodurrà stereofonie che rimandano a metafore linguistiche e ad elaborazioni di concetti proiettati dal mondo empirico

    una metafora molto originale sull’incomunicabilità che si materializza attraverso una cacofonia di linguaggi e paradossalmente ne ripropone il concetto nella rappresentazione visiva di “onde sonore” nascoste nel codice dell’immagine fotografica.
    Nel progetto concettuale , l’autore suggerisce al fruitore la chiave interpretativa , sottolineando

    una durissima metafora sulla miseria del vivere dell’individuo con i suoi comportamenti quotidiani privi di equilibrio che lo obbligano ad una esistenza “automatizzata”:

    Le mani simbolo di gestualità , in questo fotogramma riproducono due sequenze delle mani l’una statica e l’altra in movimento quindi opposte come a voler condurre il fruitore verso il concreto e l’astratto del suono immaginando quest’ultimo come una sorgente di “volumi” che nell’altalena dell’alta e della bassa velocità del suono riproducono flussi di energia di attrazione e di repulsione:

    “Lo spazio sonoro che accoglie lo scontro di pensieri  generati dalla stessa contingenza, eppur lontani e contrari l’uno dall’altro… vibra di sgradevoli rumori in successioni disarmoniche.
    Il dubbio nasce e muore lì”.

    Il messaggio finale ricade sulla miseria in cui spesso l’umanità conduce le proprie ambizioni:
    i canali dell’incomunicabilità.
    Quelle ambizioni saranno come i salti in uno spazio buio e non troveranno mai la loro dimensione .

    • paolathinkntell

      perfetta… perfetta… perfetta
      “il dubbio nasce e muore lì” perché al di fuori di quel territorio, fatto di contingenza, non sopravvive… la strada della comunicazione-comunione lo esproprierebbe del suo esistere.
      Grazie Liliana

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