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Consecutio Temporum di P. Tinchitella e M. Seduta


CONSECUTIO TEMPORUM from Paola Tinchitella on Vimeo.

La consecutio temporum in latino regola il rapporto dei tempi verbali all’interno di più preposizioni, rispettando i rapporti intercorrenti tra reggente e subordinata e contempla le diverse possibilità tra una dipendente e la sua reggente; i tempi si modificano ed adeguano in relazione alla natura del tempo storico principale, indicandone la contemporaneità e/o la posteriorità.
Il gioco artistico, voluto dagli autori, sta nell’applicare alle diverse scene la consecutio temporum, considerandole come preposizioni da mettere in relazione dove la principale resta integra e le subordinate si legano ad essa indicandone contemporaneità e posteriorità al tempo stesso.
Manipolando ulteriormente il concetto della consecutio, imprimendo al titolo uno svuotamento del significato primario delle parole, plasmandole di altro senso, e raccogliendo sequenze ossessive di atti di un presente comune si oltrepassa la stessa regola, approdando su altro terreno che contempla “le conseguenze del tempo”. Si materializza un insieme di attività e processi formati da un numero indeterminato di meccanismi associati, in modo sequenziale, la normalità di gesti vissuti nel presente quotidiano diventa anomalia insopportabile se protratta nel tempo e assunta in maniera meccanica.
La ripetizione ossessiva di un’immagine, anche la più importante e significativa, provoca uno svuotamento di valore della stessa. Se poi la ripetitività di immagini contiene in sè la ripetizione ossessiva di gesti, assimilati nel quotidiano vivere, si può arrivare a dimostrare lo svuotamento di valore di ogni gesto compiuto. L’automatismo di atti compiuti, senza nemmeno più la coscienza di eseguirli, azzera gli stessi di potenza vitale appesantendoli altresì di non-vita.

Il concept trova nell’applicazione al video del collage e del decollage, tipici della tecnica pittorica, un’ulteriore potenza.
Il processo, per cui in alcune sequenze si aggiungono elementi, in altre al contrario vengono sottratte parti, amplifica lo studio concettuale circa una realtà alienante, che ci appartiene, che ci rende robotici, ci devasta svuotando di senso ogni azione, eliminando finanche il processo azione-reazione, riducendo tutto ad un processo elementare che si priva della stessa finalità immediata che normalmente contraddistingue un meccanismo.
Il video conduce in sé un’azione sistematica, ripetitiva, lacerante… inavvertita dal soggetto protagonista, che subdolamente scaverà fino alla fine.

La realizzazione del video è avvenuta in 14 ore consecutive per ottenere una stanchezza oggettivamente reale da parte della performer al fine di evidenziare un malessere psicofisico generato dall’intento trascodificato in atti performativi. Nell’intento di rappresentare il mancato processo di una verità inglobata ma mai metabolizzata viene palesato in alcuni punti l’utilizzo di effetti sonori marcatori che segnano il riacutizzarsi di un percorso preimpostato dalle abitudini.